venerdì 7 marzo 2014

Set photographer at the show: IL SUPERMASCHIO


Nell’anno della ripubblicazione del romanzo di Alfred Jarry “Il Supermaschio” (Bompiani), lo scrittore Sebastiano Vassalli cura un’efficace riduzione per il teatro. 
Tra i suoi romanzi, Il Supermaschio occupa un posto tanto particolare che, poco prima di morire, Jarry non riusciva a togliersi di mente l'immagine inquietante del suo protagonista. Nel teatro dell'assurdo e della debolezza umana di Jarry quindi non c'è posto soltanto per il deforme Ubu, creatura crudele, codarda e grottesca, ma l’autore ci propone anche il suo alter ego, il supermaschio, ferreo esecutore del paradosso secondo cui "L'amore è un atto senza importanza perché lo si può fare all'infinito". Camuffato dietro le sembianze di un mediocre individuo, il protagonista Andrè Marcueil è “un soldo d’uomo”. Porta giacchette striminzite, occhialini a pinz-net e colletti alti. Si pettina con la scriminatura. Sembra un impiegato di terz’ordine, una nullità, ma quando si trasforma in Supermaschio è “l’Indiano”: un uomo muscoloso, tatuato e rosso di pelle, in grado di compiere imprese ai limiti dell’incredibile e dell’impossibile. Ellen Elson è “un soldo di donna”. Anche lei, però, ha una personalità segreta e dalle risorse nascoste. Anche lei ha un’anima di Superfemmina e può rivelarla. La grande scommessa è lanciata: superare il favoloso record di amplessi dell'indiano "tanto celebrato da Teofrasto”. La vicenda grottesca per superare il record s'intreccia ad un indimenticabile "cinque giorni" su pista durante la quale un treno e una quintupletta a pedali, più un nano e un'ombra, gareggiano su una distanza di diecimila miglia.
Romanzo d'anticipazione, di fantascienza, dell'assurdo, dell'orrore? Risata sull'amore moderno ed elogio delle grandi velocità? Lamento ghignante sul destino dell'uomo? Patafisica come "scienza delle soluzioni immaginarie"? Il Supermaschio è questo ed altro.
In scena un attore e una danzatrice si immergono in un racconto di parola, movimento e immagini in un gioco di verità e finzione. I piani di realtà si intrecciano e si dipanano, si scontrano e si abbracciano. Le proiezioni video amplificheranno l’immaginario dello spettacolo. L’incredibile vena anticipatrice di Jarry colloca la vicenda in una contemporaneità sorprendentemente attuale… forse anche noi stiamo fluttuando in un mondo “patafisico” senza accorgercene. 


“Il breve spettacolo fu delizioso. Ne era regista Tuccio Guicciardini e travolgenti interpreti Fulvio Cauteruccio e Camilla Diana. Ho scritto travolgenti non a caso, in specie per Fulvio: egli s’era assunto quasi per intero l’onere di un racconto che nelle mani di Vassalli apparve secco, fulminante, esilarante”. Franco Cordelli - Corriere della Sera

“...E sulla scena si palesa l’incarnazione luciferina di Marcueil, grazie alla straordinaria interpretazione e immedesimazione fisica e gestuale di Fulvio Cauteruccio. Una presenza scenica per quasi tutto il tempo fatta solo di minimi gesti, di una ricercata cura del dettaglio che disegna suol suo viso smorfie, ghigni, espressioni grottesche. Abilmente truccato per apparire un vecchio con le rughe, imbruttito dalla sua stessa smania di apparire. Scelta azzeccata quella di creare il suo doppio nelle proiezioni dove si vede un altro Cauteruccio, diverso da quello sulla scena. La voce dell’attore si ascolta tramite un magnetofono che accompagna le immagini creando un particolare e affascinante effetto di straniamento. La sua identità emerge dalla sua rappresentazione virtuale. Lo sdoppiamento della sua personalità descritta nel romanzo trova in questa soluzione registica e scenografica la giusta corrispondenza. La scenografia e il video di Andrea Montagnani crea un ambiente lussurioso e allo stesso tempo decadente. Luci rosse calde fino a soffocare. Marcueil vive in questa spirale perversa che lo porta al tormento interiore, alla ricerca incessante di apparire agli altri, a farsi riconoscere come un essere umano superiore a tutti.
Con lui c’è una giovane donna, Ellen Elson, dotata pure lei di prestazioni superiori. I due si compenetrano, si fondono come in un gioco di specchi rifrangenti. Camilla Diana è una donna sensuale e voluttuosa, ammiccante, seducente. Una Superfemmina. Tutto appare come un viaggio onirico, allucinatorio immerso in un’atmosfera fosca e cupa.
Un delirante viaggio nei meandri dell’animo umano dove l’inconscio sembra uscire da un vulcano in eruzione con i suoi scoppi di fumo e fiamme. Magmatico e metafisico il Supermaschio di Guicciardini e Vassalli è capace di catturare lo spettatore facendolo diventare un voyeur suo malgrado, attirandolo nella tela del ragno e regalando alla fine dalle mani di Cauteruccio un cioccolatino con un biglietto con delle parole che si ripetono all’infinito. Un estremo tentativo di ritornare tra gli umani, esseri semplici e dotati di pregi e difetti. Senza quel Super che impedisce di amare e di essere amati”. Roberto Rinaldi - Rumor(s)cena

COMPAGNIA GIARDINO CHIUSO 

"IL SUPERMASCHIO"
di Alfred Jarry
adattamento teatrale Sebastiano Vassalli

Regia: Tuccio Guicciardini 
Movimenti: Patrizia de Bari
con Fulvio Cauteruccio, Camilla Diana
Elementi scenici e video: Andrea Montagnani
Luci: Lucilla Baroni
Realizzazione oggetto di scena: Oibò Re-Design
Costumi: Marilù Sasso

Fotografo di scena: Leonardo Garofalo











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